Lo shaft … perfetto

Cari amici golfisti, dopo un periodo di sosta nelle nostre considerazioni e approfondimenti tecnici, eccoci di nuovo a parlare di caratteristiche dei materiali. L’argomento di oggi riguarda una interessante innovazione sugli shaft. Come avrete sicuramente visto, in questi ultimi anni, molte delle aziende produttrici di shaft hanno proposto sul mercato novità interessanti da un punto di vista tecnico ma che, in molti casi, venivano pubblicizzate con valori aggiunti che difficilmente trovavano un riscontro pratico. In realtà, si trattava di shaft tradizionali ottenuti con procedimenti più sofisticati. In questa giungla di innovazioni vero o presunte, c’è stato solo un marchio che, come al solito, ha centrato uno dopo l’altro, diversi obbiettivi, incrementando spesso il valore già alto dei propri shaft, l’Aldila, tanto per cambiare. Negli ultimi anni questa azienda americana ha ulteriormente incrementato il divario tecnologico con gli altri produttori, aggiungendo nei propri prodotti una serie di novità che si sono sempre dimostrate dei benefici concreti per il giocatore e non dei semplici argomenti di vendita. Ricordiamo, ad esempio, l’introduzione della tecnologia a 20 strati che rende ogni shaft enormemente più stabile, anche in mano a giocatori non propriamente veloci, aumentandone il rendimento e la precisione, oppure l’utilizzo delle nanotecnologie, che hanno contribuito ad alleggerire il peso degli shaft anche del 15%. L’ultima novità realizzata da quest’azienda è lo shaft Voodoo, con tecnologia  S-CORE. Questo in pratica consiste nel mantenere invariata la struttura a 20 strati nanotube introducendo una spirale di fibra di Carbonio alto modulo all’interno della struttura stessa. Con questo accorgimento, ben visibile anche a occhio nudo, nella dinamica dello swing la sezione dello shaft riduce la naturale ovalizzazione, mantenendosi più uniforme. Questa uniformità permette di far giungere alla testa una quantità assai superiore di energia, tanto da consentire un rendimento dello shaft sicuramente maggiore sia per precisione e consistenza, sia per sensazione e affidabilità.

Abbiamo definito questo lo shaft “perfetto” perché c’è da chiedersi cosa inventeranno ancora gli ingegneri per aggiungere valore ad uno strumento così tanto avanzato che la grande massa di golfisti probabilmente non riuscirà a sfruttare nemmeno completamente.

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